come sorgente che zampilla:
innalza lungo la via
un canto di gioia.
E più procederà
più diverrà colma,
come il fiume
che colmerà le due sponde
con il dono dei frutti.
L’edera si espande
non sa contenere
la bellezza delle foglie.
Così anche la poesia,
quasi avesse rubato al cielo
le lettere per scrivere.
La nuvola nasconde le stelle
e canta vittoria;
ma poi svanisce:
le stelle durano.
A lungo durerà il mio viaggio
e lunga è la via da percorrere.
Uscii sul mio carro ai primi albori
dei giorno, e proseguii il mio viaggio
attraverso i deserti dei mondo
lasciai la mia traccia
su molte stelle e pianeti.
Sono le vie più remote
che portano più vicino a te stesso;
è con lo studio più arduo che si ottiene
la semplicità d’una melodia.
Il viandante deve bussare
a molte porte straniere
per arrivare alla sua,
e bisogna viaggiare
per tutti i mondi esteriori
per giungere infine al sacrario
più segreto all’interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano
prima che li chiudessi dicendo:
«Eccoti!»
Il grido e la domanda: «Dove?»
si sciolgono nelle lacrime
di mille fiumi e inondano il mondo
con la certezza: « lo sono! »
Vita della mia vita,
sempre cercherò di conservare
puro il mio corpo,
sapendo che la tua carezza vivente
mi sfiora tutte le membra.
Sempre cercherò di allontanare
ogni falsità dai miei pensieri,
sapendo che tu sei la verità
che nella mente
mi ha acceso la luce della ragione.
Sempre cercherò di scacciare
ogni malvagità dal mio cuore,
e di farvi fiorire l’amore,
sapendo che hai la tua dimora
nel più profondo del cuore.
E sempre cercherò nelle mie azioni
di rivelare te,
sapendo che è il tuo potere
che mi dà la forza di agire.
Mai visto luci si effimere e belle
mai visto tanta caduta di stelle!
Mani e braccia protese in tutto il cielo
subito cancellate, estinte, morte:
tutto chiude la notte con il suo velo.
Con grandi scoppi si innalzano scie
di luccicanti colori di fiamma;
alte, altissime vanno a costruire
trame, arabeschi che corrono liquidi
subito sfilacciati, presto spenti,
come acqua nella sabbia già scomparsi.
Restano nubi di fumaglia bianca,
nella memoria diademi di perle
e ora a scriver la mano meno stanca!
Arcidio Baldani – Opera Tredicesima: Poesie- I Fuochi d’ Artificio
Triste giorno, anzi tristi giorni in questi 3 anni, ma c’è Tagore tra mio Babbo e mia Mamma.
*************
La tetra notte del Dolore
E’ venuta e tornata alla mia porta.
La sola sua arma era —
Il travagliato aspetto del tormento,
l’atterrito gesto della paura,
Il buio travestimento dell’inganno!
Ogni volta credetti nella sua maschera di terrore,
Ogni volta soffersi insensata sconfitta!
Questo gioco di perdere e vincere,
Questa falsa magia di vita,
Questo terrore a ogni passo —
Allacciato alla vita sin dalla prima età —
E’ colmo d’insulti del dolore.
Le capaci mani della Morte estendono nel buio,
Questo convulso ritratto del terrore versicolare.
Rabindranath Tagore
ultime liriche da “Le ali della morte”
Anna mia Mamma
La scintilla
ricevette sulle ali
il battito di un momento.
È sua gioia
spegnersi in volo.
Nella vita non c’è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell’animo
la forza di sopportarlo.
Quando la luce del giorno
scende nelle tenebre profonde
per riempire l’anfora,
vengo, da solo, alle acque del lago.
Guardo attento; la stella della sera,
senza compagne,
specchia il suo pallore
nelle acque calme.
Non affonda, non si spegne,
le onde non la fanno scomparire:
sembra che il ricordo delle mie veglie
nelle notti senza successo
sia rimasto per sempre segnato
sull’oscuro schermo del tempo.
Quelle ombre
sono le parole della fiamma
inutile della mia vita.
Il dolore che ho dimenticato
nell’animo sta bruciando,
nelle oscure
spiagge dei sogni.
C’è un poeta
nel cuore dell’universo!
Descrive sempre
la bellezza dei fiori,
cancella spesso
le insoddisfazioni dell’animo;
ma non riesce a far tacere mai
il grido di dolore.
C’è un poeta
nel cuore dell’universo!
Descrive sempre
la bellezza dei fiori,
cancella spesso
le insoddisfazioni dell’animo;
ma non riesce a far tacere mai
il grido di dolore.