Poeti estinti, filosofi, preti,
martiri, artisti, inventori, governi d’un tempo,
forgiatori di lingue su altre rive,
nazioni un tempo potenti e ora indebolite,
contratte o desolate,
io non oso procedere finché non v’abbia
rispettosamente dato credito
di quanto avete lasciato sparso quaggiù,
io l’ho esaminato, riconosco che è
ammirevole,
(essendovi passato in mezzo,)
penso che mai nulla potrà essere più grande,
nulla potrà mai meritare più di quanto
esso meriti, mentre lo contemplo con
attenzione,
a lungo, e poi lo congedo,
io sto al mio posto coi miei giorni qui.
Qui terre femminili e maschie,
qui eredi e ereditiere del mondo, qui la fiamma
della materia,
qui la spiritualità mediatrice, apertamente
riconosciuta,
sempre protesa, il risultato delle forme
visibili,
colei che soddisfa ed ora avanza dopo la debita
attesa,
sì, ecco avanzare la mia signora, l’anima.
Walter Whitman (West Hills, 31 maggio 1819 – Camden, 26 marzo 1892)