Giorno: 12 giugno 2015
Sono un gatto
Sono un gatto cui hanno limato le unghie,
sono un angelo cui hanno tarpato le ali.
Hanno detto di me le cose peggiori
che si possono dire a un uomo.
Ma cos’è un uomo?
Un uomo è anche colui che regala una rosa
con l’innocenza di un bambino.
Un uomo è prima di ogni cosa
colui che sa amare con la purezza del cuore.
TonyM – 7 giugno 2006
Ogni uomo ha una donna che lo ama
Quando è in piedi o a terra
nella vita e nella morte
Se riesce a trovarla in questa vita
la riconoscerà
non appena guarderà i suoi occhi
Perché continuo a vagare
quando so che tu sei l’unico
Perché continuo a correre
quando mi sembra di averti tra le mie braccia
Ogni uomo ha una donna che lo ama
se riesce a trovarla in questa vita
la riconoscerà.
Every Man Has A Woman Who Loves Him – John Lennon & Yoko Ono
La mucca siamo noi
“La mucca va munta, dagli l’elenco della mangiatoia.”
Questo dicono nelle intercettazioni i nuovi mercanti di schiavi.
Stiamo parlando di briciole, rispetto alle tante mucche esistenti.
Appalti per i profughi con continue proroghe, più questi disgraziati stanno nei centri di accoglienza, più gli squali ci guadagnano, si stima oltre 20 mila euro al mese.
La mangiatoia è molto larga. Esiste una rete estesissima, un degrado etico e morale pazzesco nelle istituzioni.
Ogni emergenza diventa una fonte illecita di guadagno, questo paese è specializzato in queste cose.
I profughi li chiamano “ciabattanti”
questo è vero razzismo.
Anche un anno, due anni in attesa dei documenti.
L’Europa ci ha abbandonato. Partono dall’Eritrea, dalla Somalia, dal Senegal, dalla Costa D’Avorio da mezza Africa, pagano migliaia di Euro per attraversare il deserto poi pagano ancora per salire sui barconi della morte.
“La mucca deve essere continuativamente foraggiata per poter essere continuativamente munta”. Sono le parole con cui Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa 29 giugno, spiegava ad alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta Mafia Capitale il sistema delle mazzette. Tale metafora, si legge nell’ordinanza del gip Flavia Costantini, “è un’eloquente dimostrazione di un rapporto corruttivo continuativo nel tempo”.
Dal”Corriere della sera” (corriere.it)
Mafia Capitale, le nuove telefonate:
«La mucca tu la devi mungere, però gli devi dà da mangià»
La metafora di Buzzi per spiegare il sistema delle tangentiSono ancora una volta le intercettazioni telefoniche e ambientali nelle quali Salvatore Buzzi racconta il suo ruolo di corruttore a comporre il secondo capitolo di Mafia Capitale, che arriva dritto nel governo di Roma (cinque consiglieri comunali arrestati e altri indagati, insieme a funzionari di vari livelli finiti anch’essi in carcere), della Regione dove pure sarebbero stati siglati “accordi spartitori”, e del sistema di gestione dell’emergenza immigrati.
In una telefonata del 15 ottobre 2014 – un mese e mezzo prima degli arresti del 2 dicembre – il manager delle cooperative parlava con Franco Figurelli, all’epoca appartenente alla segreteria del presidente del consiglio comunale Mirko Coratti, e prendendo spunto dalla richiesta di assunzione per una ragazza avanzata da Figurelli, rendeva chiara la sua filosofia.
Buzzi: “Ahò ma, scusa ma lo sai… la sai la metafora?
Figurelli: “Eh…”.
Buzzi: “La mucca deve mangiare”.
Figurelli: “Ahò, questa metafora io glielo dico sempre al mio amico, mi dice: ‘non mi rompere, perché se questa è la metafora lui ha già, già fatto, quindi non mi rompere’…”.
Buzzi: “Ma… fai fa… fagli un elenco…
Figurelli: “Salvatò…”
Buzzi: “Fagli un elenco della mangiatoia, digli, oh” (ridono)
Figurelli: “Salvatò, te voglio be… già me rompe… dice: ‘E’ possibile che Salvatore a noi ce risponde così?’, ho detto: ‘Ahò, che te devo di’, gli ho detto, ‘questa è la metafora che me dà il cammello e della cosa… quindi che te devo fà?’” (…)
Buzzi: “Sì, ma io investo su di te, lo sai che investo su di te”.
Figurelli “Eh, meno male” (…)
Buzzi: “Ahò, però diglielo: ‘guarda che ha detto Buzzi che qui la mucca l’avemo munta tanto… (sovrapposizione di voci)”.
DA RAI NEWS di Carlotta Macerollo 11 marzo 2015
Fosse una nazione, quella dei profughi sarebbe il 26esimo stato più popoloso al mondo, composto da 51,2 milioni di individui. Poco meno di tutti i cittadini italiani messi insieme. Il loro problema, però, è che una terra da poter chiamare casa non ce l’hanno. O meglio, non più. Secondo l’ultimo rapporto Oxfam “I Paesi degli invisibili”, 51 milioni di persone scappano dai conflitti. Ogni 4 secondi una persona è costretta a fuggire dalla propria casa (oltre 20mila al giorno), andando a ingrossare le tristi fila dei profughi: “Sono più di quanti ne abbia generati la Seconda guerra mondiale e tra questi, 33,3 milioni sono sfollati all’interno del loro stesso paese, 16,7 milioni sono rifugiati all’estero, 1,2 milioni aspettano di ricevere asilo”. La campagna “You save lives” Oxfam lancia insieme all’Unione europea una campagna denominata “You save lives”, accompagnata dall’hashtag #rendilivisibili, per fare il punto sulle gravi crisi umanitarie che si stanno consumando in Siria, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Al-via-You-save-lives-campagna-Ue-Oxfam-insieme-per-dare-voce-ai-51-milioni-di-profughi-nel-mondo-dfbeda8a-82d6-4e89-a48d-cdc840eeb761.html
Siria, 4 anni di guerra
Quattro anni fa la Siria è scivolata in un conflitto sanguinoso, che è costato la vita a più di 200mila persone. Quello che una volta era un Paese a medio reddito oggi è un territorio coperto di rovine, dove più di metà della popolazione necessita di assistenza umanitaria, con 7,6 milioni di sfollati interni e più di 3,8 milioni che hanno trovato rifugio nei paesi limitrofi, causando una delle peggiori crisi umanitarie del 21esimo secolo. I paesi confinanti con la Siria cercano di far fronte al flusso dei rifugiati. Resi instabili dal peso della crisi, Giordania e Libano hanno aumentato le restrizioni alle frontiere. Il Libano ha la più alta concentrazione pro capite di profughi nel mondo con 1.1 milioni di persone, che rappresentano il 25% della popolazione. Con la guerra che non dà segni di tregua, gli Iraniani che sono riusciti a fuggire nei Paesi confinanti debbono affrontare condizioni sempre più difficili. L’aiuto umanitario internazionale ha rivestito un ruolo vitale nel soddisfarne i bisogni primari come acqua e igiene, cibo e riparo. Tuttavia, le possibilità di sostentamento rimangono limitate; i siriani, che hanno ormai consumato tutti i propri risparmi, non hanno più risorse. Dal momento che la maggioranza dei rifugiati vive in insediamenti informali rifugi provvisori, per cui devono anche pagare un affitto, la loro situazione è disastrosa e hanno bisogno di un sostegno continuo. Il reportage dal campo profughi di Zaatari, in Giordania Qualche volta, un’immagine racconta più di mille parole: l’account Twitter dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) mette a confronto due foto satellitari del campo profughi di Zaatari, in Giordania, una scattata nel 2012 e l’altra nel 2014.
Vedi : http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Al-via-You-save-lives-campagna-Ue-Oxfam-insieme-per-dare-voce-ai-51-milioni-di-profughi-nel-mondo-dfbeda8a-82d6-4e89-a48d-cdc840eeb761.html
Rabindranath Tagore – Amo questa vita
Non mi accorsi del momento in cui varcai
per la prima volta la soglia
di questa vita.
Quale fu la potenza che mi schiuse
in questo vasto mistero,
come sboccia un fiore
in una foresta a mezzanotte?
Quando al mattino guardai la luce,
subito sentii che non ero
uno straniero in questo mondo,
che l’inscrutabile, senza nome e forma
mi aveva preso tra le sue braccia
sotto l’aspetto di mia madre.
Così, nella morte, lo stesso sconosciuto
m’apparirà come sempre a me noto.
E poichè amo questa vita
so che amerò anche in morte
Rabindranath Tagore
Rabindranath Tagore – Il tuo richiamo
La morte, Tua schiava, è alla mia porta.
Ha attraversato il mare sconosciuto
e ha recato alla mia casa il Tuo richiamo.
La notte è buia e il mio cuore è spaurito
eppure prenderò la lampada, aprirò le porte
e m’inchinerò dandole il benvenuto.
E’ il tuo messaggero che sta alla mia porta,
l’adorerò a mani giunte, e in lacrime.
L’adorerò ponendo ai suoi piedi
il tesoro del mio cuore.
Fatta la commissione, se ne ritornerà
lasciando un’ombra oscura sul mio mattino;
e nella mia casa desolata rimarrà
solo il mio corpo abbandonato
come mia ultima offerta a Te
Rabindranath Tagore
Futuro prossimo, tutti gli scenari del Meet the media Guru – Radio uno – Eta Beta del 11/06/2015 –
Come cambieranno, da qui ai prossimi dieci anni, le nostre vite, le nostre città, il nostro rapporto con le macchine e con internet? E saremo noi a guidare questa metamorfosi, o sarà lei ad imporre a noi i suoi esiti? Di queste domande si occupa la nuova puntata di Eta Beta, dedicata a Meet the media Guru, l’evento in programma a Milano per disegnare gli stili di vita del nostro futuro prossimo.
Ospiti: Maria Grazia Mattei, organizzatrice di Meet the media Guru;
Emanuele Micheli, ingegnere mecanico docente alla Scuola di Robotica;
Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab, il gruppo di ricerca dell’Mit di Boston che studia i grandi cambiamenti in corso nelle città.
Clicca su “Radio”(qui sotto in verde) per ascoltare la trasmissione.
Radio
In ritardo per il cielo
Duality – photo by Daniel Kongos
Hai scritto tutte le parole d’amore
con una sesibilita’ inusuale
ma adesso quasi non scrivi e non parli più
La notte e scesa su di noi
la notte che segue i nostri passi dall’inizio
fino a sparire nell’aria del mattino
lasciando un mondo grigio e blu
Cerco di capire come le nostre vite
siano giunte a questo punto
Guardo i tuoi occhi che mi guardano in modo strano
— Mi ha fatto male guardare i tuoi occhi
vedere con sorpresa una persona così sola
anche con me vicino —
Ora per me alcune cose sono diventate chiare
ma so che non significano molto
paragonate a tutto quello che ci siamo detti
con il tocco degli amanti
innamorati dell’amore
Non hai mai conosciuto che cosa io amavo in te
non conosco che che cosa amavi in me
forse l’immagine di qualcuno
che sognavi da bambina
sperando che potessi essere io
non puòi fingere ancora
Quanto tempo abbiamo dormito?
Quanto tempo abbiamo perso ?
quanto tempo alla deriva
da solo nella notte
quanto tempo sognando a occhi aperti
ma tu sempre chiusa in te stessa
mi chiamavi
ma poi non mi facevi entrare nei tuoi pensieri
Ho provato con tutta la mia forza
ad essere quello di cui avevi bisogno
a svegliarmi dal grande sonno
So che sono solo e vicino alla fine
Quanto tempo buttato via
quanto tempo alla deriva da solo con rabbia
in un letto e tu li vicino indifferente
un sogno che funzionava
per un attimo al mattino
con le promesse bisbigliate
con la la luce sbagliata
in un mondo
in cui entrambi ci troviamo
in ritardo per il cielo
29- 5 – 2005
* Probabilmente mi è stata ispirata dal testo di una canzone che adesso non ricordo
Il profeta – Kahlil Gibran – Il tempo
“E un astronomo domandò: Maestro, e il Tempo? E lui rispose:
Vorreste misurare il tempo che non ha misura né può essere misurato.
Vorreste disegnare la vostra condotta e persino dirigere il vostro spirito secondo ore e stagioni.
Vorreste ridurre il tempo a un ruscello sulla cui riva sedere per osservarlo nel suo fluire.
Ma l’eterno in voi riconosce l’eternità della vita,
E sa quanto l’oggi non sia che il ricordo di ieri e che il domani sarà il sogno di oggi.
Ciò che in voi canta e contempla abita tuttora entro il primo istante che ha cosparso il firmamento di stelle.
Chi tra voi non sente che la sua forza d’amare non ha limiti?
Eppure, chi non sente chiuso in sé quello stesso amore, che pur illimitato non si muove da un pensiero d’amore all’altro, né da gesta a gesta d’amore?
Il tempo non è dunque come l’amore, inscindibile e immobile?
Ma se nel vostro pensiero dovete poi misurare il tempo con le stagioni, allora che contenga ogni stagione tutte le altre,
E che il presente stringa a sé il passato nel ricordo e il futuro nella speranza.“
Il profeta – Kahlil Gibran